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Lavoro sportivo: l’audizione del Ministro Abodi

Mercoledì 22 febbraio 2023, presso la Sala del Mappamondo di Montecitorio, le Commissioni riunite Cultura e Lavoro, hanno svolto l'audizione del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, nell’ambito dell'indagine conoscitiva sulle tematiche afferenti al lavoro sportivo. Abbiamo segnalato la precedente audizione di Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute s.p.a., in Arsea Comunica n. 38 del 17/2/2023.

Si evidenziano qui alcuni aspetti rinviando alla trasmissione dell'audizione per un esame complessivo.

Il Ministro ripercorre la riforma del lavoro sportivo per rispondere anche alle domande già trasmesse al Dicastero.

Il riconoscimento del lavoro sportivo farà decadere la figura del c.d. compenso sportivo e ridurrà la discrezionalità nella scelta della tipologia di rapporto di lavoro, nel rispetto del principio di indisponibilità delle tipologie contrattuali ampiamente sottolineato dalla Corte di Cassazione.

In ambito dilettantistico la centralità dei contratti di natura autonoma, nella forma del rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, è anche frutto della specificità delle dinamiche all’interno delle associazioni e società sportive dilettantistiche, è espressione della libertà dell’esercizio dell'attività sportiva e del principio di specificità dello sport sancito anche dall'ordinamento dell'Unione europea e ribadito dalla Legge Delega 86/2019.

I maggiori costi sono accompagnati però da semplificazioni in merito alla gestione degli adempimenti lavoristici che potranno essere espletati attraverso il registro delle attività sportive dilettantistiche (comunicazione preventiva, comunicazione sui flussi contributivi, elaborazione della busta paga) sulla cui operatività stanno lavorando in questo momento.

Sottolinea la necessità che ci sia un solo Registro alla cui tenuta può collaborare il Coni e di cui può fruire anche il CONI per l’esercizio delle sue funzioni istituzionali: la duplicazione di strumenti e di strutture non è funzionale, un diverso orientamento avrebbe un impatto economico non solo per l’apparato sportivo ma direttamente anche per le organizzazioni sportive. Sarebbe anche opportuno un coordinamento con il Registro unico nazionale del terzo settore.

Il Registro dovrà anche svolgere una funzione di monitoraggio nei confronti delle organizzazioni iscritte.

Con riferimento al vincolo sportivo è stato concesso più tempo per l’adeguamento dei regolamenti degli Organismi sportivi ma il termine non si intende più procrastinabile. Si ricorda che il Decreto Legislativo 36/2021 prevede che "1. Le limitazioni alla libertà contrattuale dell'atleta, individuate come vincolo sportivo, sono eliminate entro il 1° luglio 2023.  Il predetto termine è prorogato al 31 dicembre 2023 per i tesseramenti che costituiscono rinnovi, senza soluzione di continuità, di precedenti tesseramenti. Le Federazioni Sportive Nazionali e le Discipline sportive associate possono dettare una disciplina transitoria che preveda la diminuzione progressiva della durata massima dello stesso. Decorsi i termini di cui al primo e al secondo periodo del presente comma, il vincolo sportivo si intende abolito".

Nella riforma sono rimaste ancora cinque deleghe aperte: il Ministro si impegna a adottare entro giugno i provvedimenti attuativi, salvo il più ampio termine di settembre previsto dai decreti stessi. Si valuterà se eventualmente apportare in corso d’opera alcuni correttivi.

Gli statuti devono infine essere aggiornati con la specifica indicazione dello svolgimento – stabile e prevalente – delle attività sportive. Sulla prevalenza si segnala l’esonero di tale vincolo quando l’organizzazione sportiva sia ente del terzo settore.

 

Arsea Comunica n. 42 del 23/2/2023

 

 

 

 

 

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