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L’Irap è l’imposta regionale sulle attività produttive istituita con il Dlgs 446/1997, imposta che si applica anche agli enti non commerciali titolari di solo codice fiscale atteso che la base imponibile è rappresentata anche dai costi sostenuti per le risorse umane, fatta eccezione per alcune casistiche e salva l’introduzione di regimi di esenzione. Le Regioni hanno infatti la facoltà di incrementare, diminuire, esentare particolari categorie di soggetti.
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Anche i comitati possono assumere la qualifica di ente del terzo settore nonostante non siano espressamente menzionati nel Codice del terzo settore
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Il 14 marzo 2025 è partita la terza edizione della rilevazione multiscopo sulle Istituzioni non profit che si concluderà il 24 ottobre.
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Possiamo utilizzare come sede associativa uno scantinato? Se ci sono dei lavoratori ci sono particolari adempimenti da espletare?
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Si esamina la sentenza del 14/01/2025 della Corte dei conti, sezione giurisdizionale regionale per il Veneto, relativamente ad un pensionato, in quota 100, che aveva percepito reddito da lavoro sportivo, nella forma della collaborazione coordinata e continuativa, per complessivi 2.000 euro da lavoro sportivo vedendosi contestata la corresponsione di 29.752,80 euro di pensione.
La tabella riporta le leggi regionali e provinciali in materia IRAP
Il documento esamina l’attuale disciplina delle società sportive dilettantistiche contenuta negli artt. 6- 12 d.lgs. 28 febbraio 2021, n. 36, come modificato dal d.lgs. 5 ottobre 2022, n. 163 e dal d.lgs. 29 agosto 2023, n. 120, nonché la relativa disciplina fiscale. La prima parte del documento si concentra sui tipi societari utilizzabili, sui requisiti statutari inderogabili prescritti, nonché su alcune peculiarità della disciplina delle società sportive dilettantistiche, quale a titolo d’esempio la c.d. lucratività attenuata, ovvero l’obbligo di devoluzione ai fini sportivi del patrimonio in caso di scioglimento della società. Nella seconda parte del documento si esaminano i profili strettamente fiscali soffermandosi sulla normativa di riferimento e sui regimi agevolati. Vengono inoltre individuate talune criticità correlate al difficile coordinamento tra la disciplina di diritto societario, come incisa dal summenzionato d.lgs. 28 febbraio 2021, n. 36, la normativa fiscale e le indicazioni fornite dalle federazioni sportive di riferimento che possono comportare, anche a livello pratico, dubbi interpretativi nella redazione degli statuti.
Le disposizioni fiscali introdotte dal CTS e dal DLgs 112/2017 non sembrano qualificarsi come aiuti di Stato in considerazione della natura non lucrativa dei beneficiari. La Commissione si riserva di acquisire maggiori elementi per valutare le agevolazioni previste dall'art. 18 del DLgs 112/2017 e dall'art. 77 del CTS
Tesi di laurea in diritto sportivo: “L'impatto del D.lgs. 38/2021 sulla costruzione e gestione degli impianti sportivi in Italia.”. L’elaborato si propone il fine di trattare, con un certo senso critico, tutte le innovazioni introdotte dalla Riforma. L’impianto sportivo è posto, ovviamente, al centro del villaggio. Essendo impossibile limitarsi alla trattazione del mero impianto sportivo, all’interno dello scritto sono molteplici i temi toccati. Procedimenti amministrativi, forme di gestione, finanziamento delle proposte progettuali. L’obiettivo è dare una panoramica generale del tema, cercando di suscitare, nel lettore, più domande che risposte per una critica che sia sempre costruttiva e mai distruttiva.
PIL DELLO SPORT 1,1 La dimensione economica dello sport 1.2 La dimensione occupazionale dello sport 1.3 Il contributo delle branche di attività economica al valore aggiunto dello sport 1.4 La componente delle attività sportive del settore privato DOMANDA E OFFERTA DI SPORT 2.1 Pratica sportiva, stili di vita attivi e sedentarietà 2.2 Il Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche: l'anagrafe dello sport italiano 2.3 Il Censimento nazionale degli impianti sportivi: uno strumento di pianificazione INVESTIMENTI E IMPATTO SOCIALE 3.1 Decisi segnali di ripresa degli investimenti infrastrutture sportive 3.2 Fattori critici per l'attuazione degli investimenti: un focus sui grandi impianti 3.3 La geografia degli investimenti: i divari territoriali si ampliano 3.5 La transizione verde del parco impianto sportivo 3.6 La dimensione di impatto sociale delle infrastrutture sportive 3.7 Fondo 80 milioni: per la promozione dell'attività sportiva di base APPENDICE METODOLOGICA BIBLIOGRAFIA
PREMESSE
Pag. 4
CAP.
1 - LA RESPONSABILITÀ CIVILE DELL'ASSOCIAZIONE Pag.
5
PAR.
1.1. - Premesse Pag. 5
PAR. 1.2 – La responsabilità per gli enti del terzo settore: un regime ad hoc Pag. 7
PAR. 1.3 – Acquisire la personalità giuridica: un valido strumento di tutela Pag. 9
PAR. 1.4 – La responsabilità extracontrattuale Pag. 17
PAR. 1.5 – La responsabilità per cose in custodia Pag. 26
PAR. 1.6 – La responsabilità dell’insegnante Pag. 28
PAR. 1.7 – La responsabilità indiretta dell’associazione Pag. 32
PAR. 1.8 – Il danno da attività pericolosa Pag. 37
PAR. 1.9 – Il danno da cose in custodia Pag. 38
PAR. 1.10 – Il danno cagionato da animali Pag. 41
PAR. 1.11 – La responsabilità dell’organizzatore di eventi Pag.
42
CAP. 2 - LA RESPONSABILITÀ IN AMBITO SPORTIVO Pag. 45
PAR.
2.1 – Premesse Pag. 45
PAR. 2.2 – La c.d. scriminante sportiva Pag. 46
PAR. 2.3 – Attività con minori e responsabilità dell’insegnante Pag.
50
PAR. 2.4 – La responsabilità indiretta del centro sportivo Pag.
52
PAR. 2.5 – Quando lo sport è attività pericolosa Pag.
54
PAR. 2.6 – L’attività di equitazione Pag. 56
PAR. 2.7 – La responsabilità del gestore di impianto sportivo Pag.
58
PAR. 2.8 – La responsabilità dell’organizzatore di gare Pag. 60
PAR. 2.9 – La responsabilità nell’organizzazione di competizioni su strada Pag. 67
PAR. 2.10 – Tutela della salute dei praticanti e responsabilità Pag. 70
CAP. 3 – LA CRISI DI IMPRESA E L’INSOLVENZA Pag. 73
PAR.
3.1 – Le organizzazioni senza scopo di lucro possono fallire? Pag. 73
PAR. 3.2 – Cosa succede nelle associazioni dotate di personalità giuridica? Pag. 74
PAR. 3.3 – La responsabilità nel Codice del terzo settore Pag.
75
PAR. 3.4 – Cosa si intende per struttura organizzativa? Pag. 76
PAR. 3.5 – La struttura organizzativa nelle organizzazioni senza scopo di lucro
Pag. 78
PAR. 3.6 – Chi è responsabile della “struttura organizzativa”? Pag. 79
CAP. 4 – LA RESPONSABILITA’ DA ILLECITO TRIBUTARIO Pag. 80
PAR.
4.1 – Inquadramento Pag. 80
PAR. 4.2 – Le associazioni prive di personalità giuridica Pag. 81
PAR. 4.3 - Le associazioni dotate di personalità giuridica Pag. 87
PAR. 4.4 – La responsabilità successiva alla delibera di scioglimento dell’associazione
Pag. 88
CAP. 5 – LA RESPONSABILITA’ AMMINISTRATIVA DERIVANTE DAL COMPIMENTO DI DETERMINATI REATI Pag. 89
PAR.
5.1 – Inquadramento Pag. 89
PAR. 5.2 – Le sanzioni Pag. 92
PAR. 5.3 – Gli strumenti di tutela Pag. 94
PAR. 5.4 – In cosa consistono i modelli di organizzazione e gestione? Pag. 95
PAR. 5.5 – Come redigere il modello di organizzazione, gestione e controllo? Pag. 96
PAR. 5.6 – Quali caratteristiche deve avere l’organismo di vigilanza? Pag. 99
PAR. 5.7 – Come dimostro che hanno eluso i meccanismi di controllo? Pag. 101
PAR. 5.8 – Il modello 231 all’interno della riforma del terzo settore Pag. 102
NOTE
BIBLIOGRAFICHE E GIURISPRUDENZIALI Pag. 103
Sommario
1. È la struttura organizzativa giusta?
2. Adottare atto costitutivo e statuto
3. Affiliarsi a una rete nazionale
4. Richiedere il codice fiscale
5. Registrare atto costitutivo e statuto all’Agenzia delle Entrate
6. Presentare istanza di iscrizione nel Registro unico nazionale del terzo settore
7. Gli adempimenti che conseguono all’iscrizione nel Registro unico nazionale del terzo settore
SOMMARIO
1. In cosa consiste il 5xmille
2. A cosa e a chi può essere destinato il 5xmille
3. Gli enti già accreditati
4. Gli enti che devono accreditarsi
4.1. Ministero del lavoro e delle politiche sociali per il tramite dell'ufficio del registro unico nazionale del Terzo settore competente (RUNTS), se Ente del terzo settore.
4.2. Ministero dell'università e della ricerca, per gli enti della ricerca scientifica e dell’università.
4.3. Ministero della salute per gli enti della ricerca sanitaria.
4.4. Agenzia delle Entrate, con cui il CONI ha stipulato un accordo, per le associazioni sportive dilettantistiche.
4.5. Agenzia delle entrate nel caso delle ONLUS.
4.6. Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nel caso di attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali.
5. Il ravvedimento
6. Il riparto del contributo
7. Come si destina il 5xmille?
8. L’erogazione del contributo
9. La rendicontazione del contributo
9.1. La rendicontazione dei contributi erogati dal Ministero del Lavoro.
9.2. La rendicontazione dei contributi erogati alle ONLUS.
9.3. La rendicontazione dei contributi erogati dal Ministero dell’Università e della ricerca
9.4. La rendicontazione dei contributi erogati dal Ministero della salute per gli enti della ricerca sanitaria.
9.5. La rendicontazione dei contributi erogati alle associazioni sportive dilettantistiche.
9.6 La rendicontazione dei contributi erogati dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo in relazione ad attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici.
10. I controlli
11. Le sanzioni
12. La pubblicazione dei contributi da parte delle amministrazioni eroganti
13.
La contabilizzazione del contributo del cinque per mille.
SOMMARIO
1. Quale definizione per “raccolta fondi”?
2. Come essere trasparenti nella raccolta fondi?
3. Focus sulle manifestazioni di sorte locale e sulla lotteria filantropica italiana
4. Come si rendiconta l’attività di raccolta fondi?
5. Qual è il trattamento fiscale degli introiti derivanti dalla raccolta fondi?
6. Quali sono le specificità per associazioni/società sportive dilettantistiche e proloco nell’attività di raccolta fondi?
7. La tutela della privacy dei donatori
8. Alcune questioni irrisolte
8.1. L’occasionalità nell’attività di raccolta fondi
8.2. Il rapporto tra attività di raccolta fondi e attività diverse
Il Modello EAS è stato introdotto dall’articolo 30 del Decreto-legge 29/11/2008 n.185 come strumento per agevolare l’attività di verifica fiscale diretta agli enti associativi, anche se l’obbligo è stato esteso alle società sportive dilettantistiche.
Per ricordare gli elementi caratterizzanti l’istituto qui di seguito trovate approfonditi i seguenti aspetti:
1) chi è tenuto e chi è esonerato dalla trasmissione del Modello EAS? Disciplina attuale e disciplina futura;
2) quali informazioni sono richieste dal Modello EAS?
3) come si compila il Modello EAS semplificato?
4) come si trasmette il Modello EAS?
5) cosa succede se non lo presento?
6) come posso ravvedermi? Quali effetti produce il ravvedimento?
7) la scadenza del 31 marzo.
PREMESSE
PARTE PRIMA - LA DISCIPLINA COMUNE
PARTE SECONDA - LA DISCIPLINA DISTINTA A SECONDA DELLA TIPOLOGIA DI DESTINATIARIO.
I. IL 5xMILLE PER GLI ENTI DEL VOLONTARIATO.
II - IL 5xMILLE LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE
DILETTANTISTICHE.III - IL 5xMILLE PER GLI ENTI DELLA RICERCA SCIENTIFICA E
UNIVERSITARIA.
IV - IL 5xMILLE PER GLI ENTI DELLA RICERCA SANITARIA
V - IL 5xMILLE PER GLI ENTI CHE SVOLGONO LE ATTIVITÀ DI TUTELA, PROMOZIONE E VALORIZZAZIONE DEI
BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI
PARTE TERZA - COME SI ESERCITA L’OPZIONE DEL 5XMILLE
APPENDICE
Le presenti indicazioni sono dirette ad associazioni che accedono a benefici fiscali in qualità di enti non commerciali di tipo associativo o di Enti del Terzo Settore, atteso che alcuni vincoli ivi contemplati non riguardano necessariamente le altre realtà associative.
Ci soffermiamo in particolare sui seguenti aspetti:
1. chi può partecipare all’assemblea,
2. l’istituto della delega,
3. come convocare l’assemblea elettiva,
4. l’individuazione dei candidati e l’ammissibilità della candidatura,
5. come si deve svolgere l’assemblea,
6. gli adempimenti connessi all’elezione,
7. il passaggio di consegne.
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